Enrico Caria è un giornalista satirico e regista napoletano, emigrato a Roma negli anni ‘80 mentre Napoli era vittima della prima guerra di camorra e del terremoto.
Incuriosito dalle notizie che riportano un “Rinascimento” della sua città, decide di tornare a Napoli, proprio nei giorni in cui si prepara alla candidatura per ospitare la “America’s cup”: la gara di barche vela divenuta famosa anche grazie agli equipaggi italiani di Azzurra, del Moro di Venezia e di Luna Rossa.
Però, nel mentre degli eventi organizzati in pieno centro, in periferia scoppia la seconda guerra di camorra.
E cosi il giornalista porta alla luce l’esistenza di due Napoli distinte, due lati della stessa medaglia che mostra tutto il bello e tutto il brutto che vivono nella stessa città: Il golfo, Castel dell’Ovo, i bei palazzi e le feste da un lato, contro le periferie senza panorama e senza speranze dall’altro.
Il documentario si concentra quindi su Secondigliano, Melito e Scampia, i quartiri più disatrati e inflitrati dalla malavita napoletana, li dove i clan si scontrano più violentemente con uccisioni e confronti degni del far west, nel tentativo di espandersi l’uno ai danni degli altri.
Vedi Napoli e poi Muori è un documentario che cerca di presentare un problema serissimo con tono leggero e adatto anche ai meno interessati ai fatti di cronaca e presenta numerose interviste ad esponenti dei movimenti civili contro i delitti di Camorra come Don Vito Siciliani, Tano Grasso, Roberto Saviano.